L’intelligenza artificiale è davvero così intelligente?
Macchine che dovrebbero imitare il comportamento umano, questa è in estrema sintesi l’idea alla base della cosiddetta e tanto vituperata intelligenza artificiale il che significa rendere capace la tecnologia di ragionare, prendere delle decisioni, imparare e addirittura percepire e astrarre.
Il caso più emblematico è quello di ChatGPT, acronimo di Generative Pretrained Transformer: uno strumento di elaborazione del linguaggio naturale potente e versatile che utilizza algoritmi avanzati di apprendimento automatico per generare risposte simili a quelle umane all’interno di un discorso. Realizzata da OpenAI, un’organizzazione no profit per la ricerca sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di ottimizzare la conversazione e facilitare l’utilizzo da parte degli utenti, questa tecnologia ha il potenziale per migliorare notevolmente il modo in cui interagiamo con le macchine in una vasta gamma di applicazioni, dal servizio clienti alla traduzione linguistica fino alla scrittura creativa. Insomma, uno strumento rivoluzionario e un successo inarrestabile, con cento milioni di utenti attivi al mese è il progetto con il più alto tasso di crescita della storia. Persino più di social network come TikTok e Instagram.
Se l’idea che le macchine sono destinate a battere l’uomo ci terrorizza un po’ una buona notizia arriva dagli States. A riportarla è il Financial Times ed è uno di quei casi in cui possiamo dire che “uomo batte macchina 1 – 0” anche se per via non tanto di un’abilità del giocatore, quanto piuttosto di una debolezza o bug dell’intelligenza artificiale. Insomma, a San Francisco durante una partita a Go, il gioco di strategia da tavola giapponese, Kellin Pelrine è riuscito a battere un’intelligenza artificiale. Quanto accaduto, ovviamente, evidenzia il fatto che in qualsiasi sistema di intelligenza artificiale, anche quelli più utilizzati, possono esserci delle debolezze.
E ci sono quei casi, invece, in cui l’intelligenza artificiale unita a quella arguta (e un po’ truffaldina, diciamolo) di un fotografo riescono a prendere in giro più di 26.000 utenti. Il profilo Instagram di Jos Avery è passato in pochi mesi da avere 12.000 follower nel mese di ottobre ai 26.700 attuali e il boom di utenti è coinciso con l’inizio della pubblicazione di immagini create dall’intelligenza artificiale sfruttando Midjourney. I suoi ritratti mostrano i volti di uomini e donne di età ed estrazioni diverse, a volte con espressioni malinconiche e in altre più pensierose.
L’uso dell’intelligenza artificiale da parte di Jos Avery dimostra come la tecnologia possa influire in modo incisivo sulla carriera e la popolarità di un lavoratore (in questo caso un fotografo). Tuttavia, è importante sottolineare che il processo creativo resta nelle mani del lavoratore, che sia esso un fotografo o un elettricista, e che ci vuole molto impegno per prendere gli elementi generati dall’intelligenza artificiale e creare qualcosa di unico e di qualità.
Dunque, per parafrasare il genio matematico Alan Mathison Turing considerato uno dei padri dell’informatica: le macchine possono pensare?
Nelle aziende, il machine learning per esempio è un importantissimo strumento che sta letteralmente trasformando i processi produttivi e di business. Grazie a potenti algoritmi, si possono analizzare grandi quantità di dati in pochi secondi. Col tempo, gli algoritmi imparano a migliorarsi e ad analizzare più precisamente ogni dato rilevante, senza l’intervento diretto dell’uomo.
Ma c’è un ma. L’intelligenza umana e quella artificiale non saranno mai sullo stesso livello perché se è vero che entrambe sono razionali e sistematiche, solo la mente umana è emozionale, sensoriale, immaginativa. Proprio per questo l’uomo continua a essere al centro dell’universo. Sì, ma aiutato dalle macchine.
La trasformazione digitale, infatti, ha spostato l’attenzione su un nuovo ecosistema in cui la tecnologia possa migliorare le condizioni dell’uomo e fare in modo che sia essa a plasmarsi sui valori e sulle esigenze delle persone, non il contrario.
La stessa cosa deve accedere nelle aziende. L’automazione dei processi aziendali e il machine learning stanno certamente velocizzando e implementando i processi di business ma sono sempre indispensabili idee e creatività per accelerare l’innovazione e dare impulso allo sviluppo dell’impresa.